quest’ampiezza vibrasse nell’aria a ogni movimento. Sai come si com-
portano le piante quando non le innaffi per qualche giorno? Le foglie
diventano molli, invece di levarsi verso la luce cascano in basso come le
orecchie a un coniglio depresso. Ecco, la mia vita negli anni precedenti
era stata proprio simile a quella di una pianta senz’acqua, la rugiada
della notte mi aveva dato il nutrimento minimo per sopravvivere ma a
parte quello non ricevevo altro, avevo la forza per stare in piedi e basta.
È sufficiente bagnare la pianta una sola volta perché questa si riprenda,
perché tiri su le foglie. Così era successo a me la prima settimana. Sei
giorni dopo il mio arrivo, guardandomi la mattina allo specchio mi sono
accorta di essere un’altra. La pelle era più liscia, gli occhi più luminosi,
mentre mi vestivo ho cominciato a cantare, non l’avevo più fatto da
quando ero bambina.
Sentendo la storia dall’esterno forse ti verrà naturale pensare che
sotto quell’euforia ci fossero delle domande, un’inquietudine, un tor-
mento. In fondo ero una donna sposata, come potevo accettare a cuor
leggero la compagnia di un altro uomo? Invece non c’era nessuna do-
manda, nessun sospetto e non perché fossi particolarmente spregiudi-
cata. Piuttosto perché quello che vivevo riguardava il corpo, soltanto il
corpo. Ero come un cucciolo che dopo aver vagato a lungo per le strade
d’inverno trova una tana calda, non si domanda niente, sta lì e gode del
tepore. Inoltre la stima che avevo del mio fascino femminile era molto
bassa, di conseguenza non mi sfiorava neanche l’idea che un uomo
potesse provare per me quel tipo di interesse....
Il giorno seguente [after their first walk, when she realizes their friendship
is evolving] non l’ho voluto vedere. L’amicizia si stava trasformando in
qualcos’altro e avevo bisogno di riflettere. Non ero più una ragazzina
ma una donna sposata con tutte le sue responsabilità, anche lui era
sposato e per di più aveva un figlio. Da lì alla vecchiaia avevo ormai
previsto tutta la mia vita, il fatto che irrompesse qualcosa che non avevo
calcolato mi metteva addosso una grande ansia. Non sapevo come
comportarmi....
Al decimo giorno di permanenza mandai una cartolina ad Augusto:
Aria ottima, cibo mediocre. Speriamo [nella guarigione], avevo scritto e
l’avevo salutato con un abbraccio affettuoso. La notte prima l’avevo tra-
scorsa con Ernesto....
Ci restava poco tempo ancora, le ultime notti non abbiamo dormito
più di un’ora, ci assopivamo il tempo minimo per riprendere le forze.
Ernesto era molto appassionato all’argomento della predestinazione.
“Nella vita di ogni uomo,” diceva, “esiste solo una donna assieme alla
quale raggiungere l’unione perfetta e, nella vita di ogni donna, esiste un
solo uomo assieme al quale essere completa.” Trovarsi però era un de-
stino di pochi, di pochissimi. Tutti gli altri erano costretti a vivere in uno
stato di insoddisfazione, di nostalgia perpetua. “Quanti incontri ci sa-
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Lessico famigliare