Cagliari: Ilisso Edizioni, 2000. — 200 p. ISBN: 88-87825-05-X.
"Nel 1812 Francesco d'Austria-Este, approdato a Cagliari dove
allora risiedeva la corte sabauda, considerava il palazzo regio,
senza possibilità di appello, come un edificio squallido,
"malissimo mobigliato, e nel suo inteo brutto, sporco,
irregolare", posto nel punto più infelice e scomodo di Castello,
con un giardino striminzito, "alla genovese, un cortile stretto
dove non possono manovrare le carrozze. "Cantine non vi sono. non
v'è pozzo, nè cistea". "Del resto in Cagliari non v'è alcun
giardino", come non c'era illuminazione nottua [.]" (dal testo di
Bruno Anatra)
Il volume, corredato da un ricchissimo apparato iconografico consistente in rilievi grafici (piante, sezioni, dettagli architettonici) e immagini a colori, illustra attraverso i saggi di diversi studiosi la storia del Palazzo. Restituito alla fruizione pubblica da un recente restauro dei suoi ambienti, degli arredi e delle opere d'arte in esso ospitate, costituisce uno degli edifici più rappresentativi nel panorama artistico sardo. Al ruolo di prestigio svolto nei secoli passati della storia dell'isola, quando ospitò le strutture di potere dapprima spagnolo e poi sabaudo, unisce quello che svolge attualmente, come ambiente deputato alle riunioni consiliari della Provincia di Cagliari.
Il volume, corredato da un ricchissimo apparato iconografico consistente in rilievi grafici (piante, sezioni, dettagli architettonici) e immagini a colori, illustra attraverso i saggi di diversi studiosi la storia del Palazzo. Restituito alla fruizione pubblica da un recente restauro dei suoi ambienti, degli arredi e delle opere d'arte in esso ospitate, costituisce uno degli edifici più rappresentativi nel panorama artistico sardo. Al ruolo di prestigio svolto nei secoli passati della storia dell'isola, quando ospitò le strutture di potere dapprima spagnolo e poi sabaudo, unisce quello che svolge attualmente, come ambiente deputato alle riunioni consiliari della Provincia di Cagliari.